Artieri partecipa al bando culturability 2016 di Fondazione Unipolis, una call nazionale indirizzata al sostegno di progetti culturali innovativi ad alto impatto sociale che rigenerano spazi abbandonati o sottoutilizzati, con il progetto “Piazza di Barabba”.
La “Piazza di Barabba” è un nuovo spazio pubblico aperto alla città di Fossano e interno alla Casa di reclusione “Santa Caterina”. Il progetto, promosso dal comune di Fossano e dall’amministrazione penitenziaria, prevede la ri-funzionalizzazione di una porzione del carcere, collocato nel centro storico cittadino all’interno del cinquecentesco convento di Santa Caterina. Qui una considerevole porzione del fabbricato, circostante uno degli ex-chiostri, è in disuso.
La piazza sarà un nuovo luogo di incontro e scambio per la città, dove svolgere ed estendere attività esterne come le manifestazioni promosse dal comune. Nel progetto sono coinvolte organizzazioni attive in ambito carcerario e imprenditori locali che porteranno nel carcere attività produttive nel campo della trasformazione e vendita di cibo e nelle quali saranno coinvolti i detenuti. Un laboratorio artigianale di arte bianca allestito da Balocco S.p.A. e un ristorante di alto profilo per il quale è in corso una trattativa col ristoratore che lo gestirà, con la collaborazione di Caffè Excelsior, saranno il corollario della piazza. In parallelo, le fondazioni Piazza dei Mestieri e Casa di Carità Arti e Mestieri si occuperanno dello sviluppo dei più adeguati percorsi per l’inserimento lavorativo dei detenuti. Antigone Piemonte Onlus mette inoltre a disposizione la pluriennale esperienza di monitoraggio della qualità della vita nelle carceri italiane ed europee.
Artieri, in quanto associazione che lavora nel campo dell’autodeterminazione degli spazi delle carceri italiane, si pone come capofila del progetto per definirne la fattibilità attraverso l’ascolto di tutti gli stakeholders coinvolti tramite un percorso di partecipazione. L’associazione Artieri prevede di progettare e realizzare in auto-costruzione insieme a detenuti, studenti del Politecnico di Torino, dell’Università di Torino e personale del penitenziario gli spazi del carcere, in stretta relazione con i suoi utenti e le attività produttive e culturali che ospiterà.
Il progetto si fonda sull’idea che l’attivazione di dinamiche nuove di scambio culturale e produttivo tra esterno ed interno del carcere possa incidere in maniera rilevante sulla percezione culturale e sociale di questi luoghi e delle persone che li abitano.
Aggiornamento al 30 maggio 2016: progetto non selezionato. Qui il comunicato stampa.